mercoledì 3 settembre 2008

Rodeo Austin 2008: Hayes Carll

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(15 Marzo - Austin, Tx)



Hayes Carll è originario di Houston ma ha speso parte dell'adolescenza in Arkansas dove, con qualche difficoltà, ha completato i propri studi; per qualche tempo inoltre ha preso dimora in una specie di capanna sulle colline nei pressi di Nashville, ed infine ha trascorso gli anni più recenti della sua vita in una catapecchia di Crystal Beach, nella penisola di Bolivar che si trova nella baia di Galveston, Texas. Hayes sostiene che Townes Van Zandt è stato uno dei suoi primi amori musicali ed è proprio grazie al lui e Bob Dylan, di cui ascoltò per la prima volta le canzoni in chiesa quando era un adolescente, che è stato spinto a percorrere le strade della musica. Un vero talento, un musicista di prima scelta, Little Rock è il classico disco che non ti aspetti alla pari con il suo esordio del 2002 intitolato Flowers & Liquor, indubbiamente dei dischi che hanno fatto parlare molto di lui, e non solo in Texas e continua a scrivere ottima musica, l'ultimo Trouble in Mind è un piccolo gioiello, un disco da incorniciare.

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venerdì 22 agosto 2008

Rodeo Austin 2008: The Band of Heathens

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(15 Marzo - Austin, Tx)


Nata come una collaborazione estemporanea, rivolta principalmente ad esaltare le qualità dei singoli autori, The Band of Heathens si rivela al contrario una piccola sorpresa, proprio per la capacità di superare l'interesse particolare dando vita ad un suono collettivo. Esordio con Live at Momo's, frutto di due serate in quel di Austin, mette in mostra quattro giovani talenti dell'area texana, senza per questo sacrificare il nome della band alle mire personali dei protagonisti. Questi ultimi sono una congrega assortita di songwriter dalle estrazioni più disparate, uniti soltanto da una generica predilezione per le tradizioni americane: Colin Brooks è il bluesman della situazione, una resonator guitar che ricorda Chris Whitley ed una voce al catrame; Ed Jurdi un bostoniano in trasferta che delizia con la sua vocalità southern soul; Gordy Quist e Brian Keane i classici esempi di troubadours Made in Texas, cresciuti alla scuola di Guy Clark e in parte di Lyle Lovett. Secondo lavoro ancora una volta prettamente dal vivo e sempre ad Austin ma in un'altro mitico locale, Live at Antones, un doppio Cd/Dvd seguito dal primo album di studio registrato insieme all’amico Ray Wylie Hubbard, con Gurf Morlix e Stephen Bruton intitolato semplicemente Band of Heathens.


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domenica 20 luglio 2008

Rodeo Austin 2008: Walt Wilkins & The Mystiqueros

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(11 Marzo - Austin, Tx)


Texano autentico, Walt Wilkins è cresciuto tra Austin, San Antonio, con una parentesi a Honolulu, ha suonato per anni la chitarra solista in bands d'altri cantautori prima di iniziare ad esprimersi per proprio conto. Egli ha all'attivo la colonna sonora di tre films minori ed una cassetta autoprodotta dal titolo "Blue dreams", che rappresenta il suo debutto discografico. Questa gli è valsa la possibilità di firmare, come autore, per una casa d'edizioni di Nashville, e registrare il primo cd che contiene il meglio del suo repertorio. Bull Creek souvenir ('94) è un gioiello semplice, lineare, senza fronzoli di pura ed asciutta musica texana. Walt scrive ed interpreta country-folk ballads di grande spessore, che esprimono storie ed emozioni semplici e comuni ma trasudano sentimento, nostalgia e tristezza che sembra stemperarsi solo nella purezza dell'essenziale tessuto sonoro che le avvolge. Buono poi è il suo secondo album, Fire honey & angels, che lo vede affrontare il nuovo millennio. Il cd, datato 2000, arriva, ancora una volta grazie ad un'indipendente, ben sei anni dopo. Molto vicino alle sonorità dell'album precedente è Rivertown, registrato a Nashville e prodotto dallo stesso Wilkins con Mark Prentice. Accompagnato da uno stuolo di musicisti locali di primo'ordine come Rick Plant, Tim Lorsch, Mark Prentice, Mike Daly, Bill McDermott, John Gardner, Kathryn Styron e Fats Kaplin, Walt, chitarra e voce, mette in mostra le ultime perle del suo songbook. Mustang Island è il seguito ed è un disco che non deluderà certamente tutti gli estimatori del classico country-rock made in Texas, con una predilezione per le sfumature più cantautorali. Hopewell altro non è che il nome di una piccola cittadina sperduta in Texas, situata nella contea limitrofa a quella dove Walt è nato. Hopewell sta per "speranza di ogni bene per le genti che l'hanno fondata ma anche buon auspicio per le generazioni che verranno" e questo è anche il messaggio che attraverso una manciata di solide canzoni Wilkins fa suo, testi sempre profondi, melodie che lasciano il segno nei cuori, anche i più corazzati dal nichilismo imperante, solide strumentazioni ora più acustiche, spesso elettriche ed infine la sua voce, calda, levigata. Nuova vita nell'ultimo Diamonds in The Sun con la compagnia dei Mystiqueros, ovvero Bill Small (basso) e John M. Greenberg (chitarre), autori ed interpreti a cui si aggiungono le chitarre e i cori di Marcus Eldridge e la batteria di Ramon Rodriguez, quasi a dimostrare la natura più dinamica e aperta del disco.


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lunedì 14 luglio 2008

SXSW 2008: The Whipsaws

Waterloo Ice House
(14 Marzo - Austin, Tx)
foto: Maria's Taco Express (showcase mattina)

Ten Day Bender ha permesso ai The Whipsaws di diventare la indiscussa, miglior band dell’Alaska. Si potrebbe obiettare sull’effettiva presenza di alternative al freddo di Anchorage, specialmente se in quella terra (tralaltro è lo stato più esteso degli Stati Uniti), quelle strade sono infestate dal country (molto alternative nel disco d’esordio). Il rock invece, sfuriate alla Uncle Tupelo per essere realistici, predominano invece il secondo lavoro 60 Watt Avenue e che Evan Phillips cattura e infonde tramite la sua voce tra gemiti e rasoiate incendiarie, per canzoni fresche pervase dal cuore dell’america. Insieme dal 2002, negli ultimi 5 anni hanno girato parecchio suonando nei più svariati bar del circondario del nord america, arrivano al secondo cd sotto la produzione di John Agnello (Son Volt, The Hold Steady) e con la supervisione di Tim Easton (con il quale dividono il palco in giro per gli U.S.A. a supporto del nuovo disco Porcupine).

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domenica 6 luglio 2008

SXSW 2008: Mando Saenz

Waterloo Ice House
(14 Marzo - Austin, Tx)

Mando Saenz è un giovane cantautore di origine messicana che ha debuttato con Watertown, album foriero di grandi canzoni. Infatti Saenz, che è cresciuto in Texas ma è nato in Messico (a San Luis Potosi), mischia antico e moderno con sapienza, unendo il tratto stilistico di Lyle Lovett con la dolcezza e la profondità di Townes Van Zandt o Guy Clark. Un disco caldo e ricco, forgiato sugli umori della terra che lo ha creato, in cui musica country e rock si incontrano mischiandosi ad elementi di puro cantautorato arricchiti a loro volta dalle sfumature della musica messicana. Autore puro, Saenz non lascia nulla al caso ma scrive canzoni che danno subito il metro del suo valore. Le emozioni alla base della sua scrittura continuano a delineare i tratti salienti dei suoi nuovi testi di Bucket ma solca nuove terre, trovando casa a Nashville e lasciando spazio anche a contributi di colleghi come Will Kimbrough ed R.S. Field. Le canzoni di Bucket sono ancora popolate dalla vita dei cosiddetti ‘losers’, quelli che vivono ancora di sogni e quelli che non trovano pace nella piatta abitudine della vita quotidiana, ma lascia per strada una parte del Texas, si distanzia dal precedente almeno nel suo immaginario. Le canzoni sono certo più elettriche, hanno l’essenza della sua terra ma compaiono venature pop anche se le ballate elettro-acustiche sono sempre il suo marchio di fabbrica, pura bellezza. In definitiva la linea che lo ha condotto dal Texas al Tennessee a modificare il fulcro vitale della sua musica, non è poi così lontana da Watertown. Le canzoni sono sempre e solo canzoni. Che tu le scriva in Texas o in Tennessee non conta di certo… se poi son belle come Seven Dollars.

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domenica 29 giugno 2008

SXSW 2008: Drew Kennedy

Waterloo Ice House
(14 Marzo - Austin, Tx)

Drew Kennedy ha iniziato a girovagare dal 2000 con la chitarra regalatagli dal nonno e questo lungo peregrinare lo ha portato 7 anni dopo in Texas, oramai divenuta la sua terra dove ha inciso Dollar Theatre Movie prodotto da Gerald Boyd: 13 canzoni, un misto di ballate rock elettro-acustiche con spruzzate country, canzoni in cui si notano influenze che vanno da un Guy Clark fino al Ryan Adams più introspettivo. "These songs are a part of me," dice drew, "Some of them are introspective, some of them were born out of the things i've seen out on the road, but all of them deal with the way we feel as we're trying to fit in with the rest of the world.” Questo è lo spirito con cui è nato Dollar theatre Movie registrato nell’arco di sette mesi al Premium Recording Studio in Austin, TX, e segue il suo esordio del 2003 auto-prodotto Hillbilly Pilgrim. Le canzoni hanno un fascino particolare, si poggiano molto alla sua voce carismatica capace di tessere armonie che il gioco delle chitarre a volte più ficcanti e dirette, a volte più corale e mischiate al country tra banjo e chitarre acustiche/elettriche, lasciano una bella scia.

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domenica 15 giugno 2008

SXSW 2008: Mark Jungers


Opal Divine's
(12 Marzo - Austin, Tx)

Texano per adozione (è nato a Bird Island, Minnesota), Mark Jungers ha suonato in mezza America e si è spostato spesso dalla scena di Austin a quella di Minneapolis. Ha fatto il solista, quindi ha formato una band con Greg Schilling, Chris Staples e Vie Gerard, Straight Up. Ha suonato per parecchio tempo con loro, esibendosi nei migliori locali di Austin sino a che Staples e Gerard non sono andati coi Derailers. Allora il nostro ha messo assieme un'altra band, con Dave Ray, The Masons, che ha riscosso parecchio successo ad Austin. Si è spostato per un certo periodo nel Connecticut, dove ha formato l'ennesima band, The Motel Prechers, quindi, alla fine della decade appena trascorsa è tornato in Texas. Qui ha inciso Black Limousine con la produzione dell'amico Dave Ray: il disco, ben suonato e prodotto in modo assolutamente professionale in cui ogni canzone combina alla perfezione un lirismo molto personale ad una strumentazione ricca. E, puntualmente, Jungers ha confermato coi fatti di essere un musicista vero con il successivo Standing in Your Way, 13 canzoni per cinquanta minuti, dimostrando il suo talento in un disco solido, ben suonato, arrangiato con gusto, con ballate di spessore, cantate con il cuore. Con One For The Crow compie se possibile un ulteriore passo in avanti, diventando a tutti gli effetti il lavoro più vario e ispirato di questo affidabile songwriter. L'apporto dei Whistling Mules, una band ormai rodata che lo accompagna da diversi anni, è essenziale nel tracciare le coordinate delle canzoni. L'affiatamento si percepisce nella gioiosa costruzione dei brani, lineari, fedeli alle proprie radici, ma anche lontani dal suono preconfezionato di alcune recenti produzioni di Americana. Quarto lavoro con Silos and Smokestacks, un altro tassello alla sua discografia, onesta come le sue canzoni, senza pretese ma che catturano appieno lo spirito americano. Mark scrive e canta sull’essenza della vita dell’uomo, quella dove il country, il roots-rock e l’anima folk riescono bene a delinearne i tratti salienti, tra famiglia e storie di vita ordinaria. La sua reputazione nel circondario cantautorale texano continua a crescere come la bellezza delle sue canzoni.

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domenica 18 maggio 2008

SXSW 2008: Mike Rosenthal

Opal Divine's

(13 Marzo - Austin, Tx)

Mike Rosenthal era un heartland rocker, messosi sulla scia di gente come Mike Ryan, Kevin Bowe e Jason Reed. Originario di New York, Mark vive da tempo ad Austin con un disco d'esordio Mike Rosenthal di buon valore, con la sua miscela di rock elettrico e country intrigante. Ballate elettriche, in cui elementi country e roots entrano solidamente nel suono. Il successivo Movin' In non apporta molto di nuovo, ma è prodotto meglio ed il suono è ancora più chitarristico, più stradaiolo. Dato per disperso, ricompare sulle scene musicali alla fine dello scorso anno, dopo ben cinque anni, con il terzo cd, Home. Il rock è scomparso, le sonorità pop prendono largo e forse sono quelle che cercava, con la chitarra acustica sempre in primo piano e le tastiere/piano di Chris Sater e il basso di bradley Oliver ad abbracciare la sua voce nel raccontare storie di cambiamenti e di ricerca dell’amore. A sentire la stampa americana ad Home associano una magia ritrovata ma di anni passati, canzoni e modo di cantare che accostano Mike Rosenthal ai vinili di James Taylor: potrei essere d’accordo, ma il ricordo delle sfuriate di Movin’ In incidono parecchio sulle 10 nuove canzoni di Home, che non sono affatto molliccie, ma delicate e anti-folk ed alcune davvero deliziose da ascoltare. Peccato solo che abbia deciso di lasciare in soffitta le chitarre elettriche.

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domenica 4 maggio 2008

Rodeo 2008: Mike Ethan Messick

Rodeo Austin - Outdoor Stage

(11 Marzo - Austin, Tx)


Mike Ethan Messick, classico singer-songwriter alla Chris Knight tanto per capirci, che per promuovere la sua musica trascorre anni e anni sulle strade polverose del Texas. Vita di sacrifici, alla ricerca sempre dell’essenza delle parole che poi finiranno dentro una breve canzone sperando di riuscire a trasmettere all’ascoltatore il suo di pensiero, il suo modo di essere e di vivere. Quando non ne ha più di benzina, gli basta semplicemente tornarsene in quel di Baytown/College Station, dove in un piccolo spazio all’interno di un bar il calore della gente che lo conosce da sempre (dai tempi dell’Università) e soprattutto la soddisfazione che scorge nei volti di tutti, fanno sì che tutto abbia un senso. Mike Ethan Messick fonde le caratteristiche base della tradizionale Texas Music a corposi roots-rock e ballate folk-country per una manciata di canzoni oneste, tra vita reale e finzione, tra il sociale e il romanzo. Il suo modo di scrivere è il punto di forza dell'album di debutto, Bootlegger's Turn, e il suo modo di suonare, la sua bella voce non possono che spingere più di un’ascoltatore a dargli una chance: a vedere il successo nei festival da Fort Worth a Dallas, da New Braunfels a San Antonio le basi per un futuro roseo sembrano essere lì a disposizione.


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domenica 20 aprile 2008

SXSW 2008: Austin Collins


Maria's Taco Express
(14 Marzo - Austin, Tx)


Austin Collins dichiara di aver preso seriamente in considerazione l'arte del songwriting in tarda età, dopo gli anni del college: giudicando dai risultati impressi nell'esordio per la piccola label texana della Fat Caddy, abbiamo di che stupirci. Costruzione melodica, arrangiamenti e liriche danno la dimensione di un personaggio molto più consumato dagli studi di registrazione e dai palchi della sua omonima Austin. Something Better è un debutto coi fiocchi, un centro assoluto che ci presenta una delle nuove voci più interessanti del panorama country rock. Si continua con Roses are Black, altro signor disco da uno capace di accostare ad una voce interessante una serie di smaliziate ballate di Americana suggestive e piacevoli. Austin Collins imbraccia la chitarra elettrica e sposta il suo animo folky verso un rock arioso e a tratti ruvido ma senza dimenticare le sue ballate.


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sabato 23 febbraio 2008

Rodeo Austin 2006: Eli Young Band, Randy Rogers Band, Aaron Watson

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(15 Marzo - Austin, Tx)

Mike Eli e James Young sono i leaders di un quartetto texano piuttosto giovane, soltanto rock. Il primo si intitolava semplicemente Eli Young Band più embrionale rispetto al buon Level entrambi colmi di canzoni semplici che hanno un respiro proprio, che dosano sentimento e melodia, che parlano di gioventù, speranze, passioni, piccole città di provincia. I testi sono più maturi di quanto si possa pensare, il resto lo fa la musica. Live at the Jolly Fox inciso durante un concerto tenuto nella primavera del 2006 a Huntsville, Texas e conferma la solidità e la vitalità del quartetto.


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Rodeo Austin - Outdoor Stage
(20 Marzo - Austin, Tx)
La Randy Rogers Band è l'ultima evoluzione di una ideale scena in cui potremmo includere i Reckless Kelly e Jason Boland & the Stragglers, per il versante più tradizionalista, e i Cross Canadian Ragweed, per quello decisamente più rock. Il successo lo trovano con Rollercoaster, il terzo disco di questa formazione nata intorno al songwriting di Randy Rogers, un ragazzone di San Marcos che ha passato tutta la trafila dai piccoli club ai grandi festival. Dalle esibizioni solo chitarra e voce al Chatam Street Warehouse si è lentamente allargato, formando una solida band, con cui ha registrato un propedeutico live ed il più maturo Like It Used To Be nel 2002. Il salto di qualità è arrivato grazie anche all'accorta produzione di Radney Foster, una vecchia volpe del circuito roots texano, che ha puntato tutte le carte sul corposo country rock del gruppo, mettendo in primo piano le chitarre assassine di Geoffrey Hill e soprattutto il violino di Brady Black, tassello fondamentale nel sound della Randy Rogers Band, spesso utilizzato come strumento solista. Chiude Just A Matter Of Time uno dei migliori dischi di hard country sentiti ultimamente, anche perché, oltre ad essere suonato bene, è anche sostenuto da ottime canzoni.



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Rodeo Austin - Outdoor Stage
(14 Marzo - Austin, Tx)
Aaron Watson
, un giovanotto texano d.o.c. nato ad Amarillo e cresciuto a base di country music & baseball che tra le sue influenze ispirative predilige citare i nomi di Willie Nelson, Waylon Jennings, Merle Haggard, Dwight Yoakam, George Jones e qualche altro outlaw e questo già la dice lunga sui gusti del nostro. E se A Texas Café rappresenta un discreto esordio giovanile dalle buone prospettive e dalle positive intuizioni, è con il successivo Stut Up And Dance (2002) che il ragazzo si fa notare e ci consegna un album maturo e del tutto riuscito [grazie anche ai suggerimenti di quella vecchia volpe che è Lloyd Maines]. Seguono altri due ottimi dischi, The Honky Tonk Kid e Live at The Texas Hall of Fame per un vero honky tonk man texano, uno di quelli che hanno la musica nel sangue e che badano al sodo senza tanti preamboli, e per il quale i dischi in studio sono quasi un pretesto per risuonarli dal vivo. Anche in San Angelo Watson non si smentisce: il suono è vibrante, a fianco dei tradizionali violini e steel trovano grande spazio le chitarre ed una sezione ritmica tostissima, e anche nelle ballate Aaron non si perde in stucchevoli melensaggini ma colpisce dritto al cuore. Poi viene pubblicato in tiratura limitata Barbed Wire Halo, dove Aaron Watson omaggia la musica gospel chiamando a se la partecipazione della Wesley United Methodist e Billy Joe Shaver. Altro album di spessore, come tutti gli altri!


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domenica 27 gennaio 2008

SXSW 2005: James McMurtry

City Hall
(19 Marzo - Austin, Tx)
foto: Continental Club

Figlio d'arte,il padre vinse un premio Pulitzer con la novella THE LAST PICTURE SHOW (da cui il film L'ULTIMO SPETTACOLO di Peter Bogdanovich), James McMurtry esordisce alla fine degli anni ottanta con l'aria malinconica e dimessa di chi si è fermato dieci anni prima. Capelli lunghi spettinati, occhialini alla Lennon, giacca irreperibile anche ad un mercato delle pulci, smorfia di disgusto, James McMurtry sembra sottindendere un presente ben più stolto del passato. Su una strada polverosa ed una vegetazione stecchita dal freddo, eloquente sfondo di copertina del suo TOO LONG IN THE WASTELAND, McMurtry ritrova lo spirito amaro e laconico delle canzoni di treni e di vagabondi. Candyland altre dieci canzoni e testimonianze spedite dalla provincia (americana o meno), da quella terra desolata nei passaggi e nelle prospettive ma viva negli uomini e nelle donne che l'abitano, persone il cui sogno, principale e unico, è andarsene. Agli orizzonti piatti, alle goffe crudeltà, all'ordinario e monotono svolgersi dei giorni James McMurtry oppone lo sconfinato, liberatorio emisfero della fantasia e della narrazione. Where'd you hide the body si conferma un lavoro molto interessante, It had to happen altro signor disco, di quelli che si ascoltano per lungo, lungo tempo, e che non stancano minimamente. Sullo stesso piano del tanto decantato esordio, a livello musicale gli è anche superiore, e compositivamente parlando non gli è certamente inferiore. It Had To Happen è sicuramente uno dei migliori della sua breve carriera e il seguente Walk Between the Raindrops, non è certamente inferiore. Capolavoro quello di Saint Mary of the Woods che ha due punti di riferimento basilari: la voce secca e talvolta monotematica dell'autore e la sua chitarra intensa e sudata, che sparge note taglienti e scarnificate. Il suono è tipico di una jam notturna, con gli strumenti che ogni tanto se ne vanno per la tangente, un suono diretto e potente. Rock al cento percento come in Live in Aught Three il primo disco dal vivo di James. Un disco arcigno e sudato, chiarristico ed essenziale, che non concede nulla alla teatralità, ma lascia grande spazio alle canzoni del nostro, alla sua chitarra, alla sezione ritmica dei Bastardi Senza cuore, la sua band. The Heartless Bastards sono Darren Hess, batteria, uno stantuffo, e Ronnie Johnson, basso, una locomotiva. Poi c'è la musica: settantotto minuti vitali, suonati con il cuore, cantati con forza. Childish Things invece è la somma definitiva non soltanto delle sue abilità di songwriter (tra i migliori in assoluto della sua generazione) e di musicista, nonché di una coerenza tanto cristallina da sembrare monotona, ma anche di un atteggiamento di rifiuto totale dei moderni clichés, dei luoghi comuni e delle banalità. Non per ultimo Just us Kids lche ascia una scia di attrattiva che non ti consente di restarne indifferente. Un gran songwriter, grande musica!!!


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sabato 12 gennaio 2008

SXSW 2006: Nels Andrews

Opal Divine's
(15 Marzo - Austin, Tx)

Sunday Shoes una bella sorpresa per Nels Andrews, cantautore del New Mexico, dalle sonorità profonde ed introspettive. Dotato di una voce calda, Andrews sa costruire melodie intense in cui rock e radici vanno a braccetto. Ma non si tratta di un disco roots nel classico senso del termine, bensì di un album tipicamente cantautorale in cui Andrews, più di molti altri suoi colleghi, riesce a creare una musica decisamente personale, interiore e coinvolgente, che è legata al paesaggio che la cirdonda. Il New Mexico è una terra magica ed antica, piena di deserti ma anche di montagne e di zone molto verdi: migliaia di storie tra il reale ed il fantastico hanno sempre descritto il New Mexico come un posto unico al mondo. Ed Andrews riesce ad estrapolare questo senso di mistico e di magico che aleggia nei dintorni di Taos, Albuquerque e Santa Fé e lo mette in musica. Ed il risultato è un album dai toni sommessi, con una serie di ballate intense e ben costruite, suonato in modo secco e malinconico. La vita di Nels Andrews subisce parecchi cambiamenti ed ora vive in quel di New York ma il suo modo di scrivere non ha avuto flessioni, anche se nuove tonalità di colori, di suoni si intravvedono all’orizzonte. Sempre musica profonda e scarni arrangiamenti, il suo country-folk resta per palati fini e Off Tracking Betting, ha ancora con se il sound roots e desertico del New Mexico.

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