domenica 20 luglio 2008

Rodeo Austin 2008: Walt Wilkins & The Mystiqueros

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(11 Marzo - Austin, Tx)


Texano autentico, Walt Wilkins è cresciuto tra Austin, San Antonio, con una parentesi a Honolulu, ha suonato per anni la chitarra solista in bands d'altri cantautori prima di iniziare ad esprimersi per proprio conto. Egli ha all'attivo la colonna sonora di tre films minori ed una cassetta autoprodotta dal titolo "Blue dreams", che rappresenta il suo debutto discografico. Questa gli è valsa la possibilità di firmare, come autore, per una casa d'edizioni di Nashville, e registrare il primo cd che contiene il meglio del suo repertorio. Bull Creek souvenir ('94) è un gioiello semplice, lineare, senza fronzoli di pura ed asciutta musica texana. Walt scrive ed interpreta country-folk ballads di grande spessore, che esprimono storie ed emozioni semplici e comuni ma trasudano sentimento, nostalgia e tristezza che sembra stemperarsi solo nella purezza dell'essenziale tessuto sonoro che le avvolge. Buono poi è il suo secondo album, Fire honey & angels, che lo vede affrontare il nuovo millennio. Il cd, datato 2000, arriva, ancora una volta grazie ad un'indipendente, ben sei anni dopo. Molto vicino alle sonorità dell'album precedente è Rivertown, registrato a Nashville e prodotto dallo stesso Wilkins con Mark Prentice. Accompagnato da uno stuolo di musicisti locali di primo'ordine come Rick Plant, Tim Lorsch, Mark Prentice, Mike Daly, Bill McDermott, John Gardner, Kathryn Styron e Fats Kaplin, Walt, chitarra e voce, mette in mostra le ultime perle del suo songbook. Mustang Island è il seguito ed è un disco che non deluderà certamente tutti gli estimatori del classico country-rock made in Texas, con una predilezione per le sfumature più cantautorali. Hopewell altro non è che il nome di una piccola cittadina sperduta in Texas, situata nella contea limitrofa a quella dove Walt è nato. Hopewell sta per "speranza di ogni bene per le genti che l'hanno fondata ma anche buon auspicio per le generazioni che verranno" e questo è anche il messaggio che attraverso una manciata di solide canzoni Wilkins fa suo, testi sempre profondi, melodie che lasciano il segno nei cuori, anche i più corazzati dal nichilismo imperante, solide strumentazioni ora più acustiche, spesso elettriche ed infine la sua voce, calda, levigata. Nuova vita nell'ultimo Diamonds in The Sun con la compagnia dei Mystiqueros, ovvero Bill Small (basso) e John M. Greenberg (chitarre), autori ed interpreti a cui si aggiungono le chitarre e i cori di Marcus Eldridge e la batteria di Ramon Rodriguez, quasi a dimostrare la natura più dinamica e aperta del disco.


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lunedì 14 luglio 2008

SXSW 2008: The Whipsaws

Waterloo Ice House
(14 Marzo - Austin, Tx)
foto: Maria's Taco Express (showcase mattina)

Ten Day Bender ha permesso ai The Whipsaws di diventare la indiscussa, miglior band dell’Alaska. Si potrebbe obiettare sull’effettiva presenza di alternative al freddo di Anchorage, specialmente se in quella terra (tralaltro è lo stato più esteso degli Stati Uniti), quelle strade sono infestate dal country (molto alternative nel disco d’esordio). Il rock invece, sfuriate alla Uncle Tupelo per essere realistici, predominano invece il secondo lavoro 60 Watt Avenue e che Evan Phillips cattura e infonde tramite la sua voce tra gemiti e rasoiate incendiarie, per canzoni fresche pervase dal cuore dell’america. Insieme dal 2002, negli ultimi 5 anni hanno girato parecchio suonando nei più svariati bar del circondario del nord america, arrivano al secondo cd sotto la produzione di John Agnello (Son Volt, The Hold Steady) e con la supervisione di Tim Easton (con il quale dividono il palco in giro per gli U.S.A. a supporto del nuovo disco Porcupine).

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domenica 6 luglio 2008

SXSW 2008: Mando Saenz

Waterloo Ice House
(14 Marzo - Austin, Tx)

Mando Saenz è un giovane cantautore di origine messicana che ha debuttato con Watertown, album foriero di grandi canzoni. Infatti Saenz, che è cresciuto in Texas ma è nato in Messico (a San Luis Potosi), mischia antico e moderno con sapienza, unendo il tratto stilistico di Lyle Lovett con la dolcezza e la profondità di Townes Van Zandt o Guy Clark. Un disco caldo e ricco, forgiato sugli umori della terra che lo ha creato, in cui musica country e rock si incontrano mischiandosi ad elementi di puro cantautorato arricchiti a loro volta dalle sfumature della musica messicana. Autore puro, Saenz non lascia nulla al caso ma scrive canzoni che danno subito il metro del suo valore. Le emozioni alla base della sua scrittura continuano a delineare i tratti salienti dei suoi nuovi testi di Bucket ma solca nuove terre, trovando casa a Nashville e lasciando spazio anche a contributi di colleghi come Will Kimbrough ed R.S. Field. Le canzoni di Bucket sono ancora popolate dalla vita dei cosiddetti ‘losers’, quelli che vivono ancora di sogni e quelli che non trovano pace nella piatta abitudine della vita quotidiana, ma lascia per strada una parte del Texas, si distanzia dal precedente almeno nel suo immaginario. Le canzoni sono certo più elettriche, hanno l’essenza della sua terra ma compaiono venature pop anche se le ballate elettro-acustiche sono sempre il suo marchio di fabbrica, pura bellezza. In definitiva la linea che lo ha condotto dal Texas al Tennessee a modificare il fulcro vitale della sua musica, non è poi così lontana da Watertown. Le canzoni sono sempre e solo canzoni. Che tu le scriva in Texas o in Tennessee non conta di certo… se poi son belle come Seven Dollars.

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