venerdì 5 marzo 2010

SXSW 2009: Porterdavis

Opal Divines Freehouse
(18 Marzo - Austin, Tx)


Un trio molto interessante formato dal chitarrista Daniel Barrett, l’armonica di Simon Wallace e le percussioni di Mike Meadows direttamente da un incrocio di Boston, il punto di partenza della loro avventura, lì su un palco molto particolare, l’incrocio tra Porter Square e Davis Square, luoghi cardine delle prime ‘freddolose’ esibizioni. Si sono spostati poi al caldo di Austin nel 2004 dove i Porterdavis sono ufficialmente nati tra un blues strascicato imparentato col delta del mississippi ma anche ballate folk e R&B, con la benedizione di Ray Wylie Hubbard e sotto la supervisione dell’esperto Gurf Morlix (suona anche il basso e canta in Take the Fall –l’altro ospite è Eliza Gilkyson nella bellezza acustica di Carter’s Tune) dieci canzoni di rootsy-blues music, tra alti e bassi non certo nella qualità, ma nel passaggio tra momenti di bellezza, gioia e momenti introspettivi, di calma e riflessione. Un paio di succolenti groove da Smack You Back alla splendida lentezza di Janie, ambedue hanno il sapore di un blues che trasferito nella tranquilla civiltà texana vive spensierato, ma continuando a curarsi di come e dove vanno i sentimenti. Non c’è bisogno di stare a parlare di purezza e di autenticità, quando suonano i Porterdavis non si pongono il problema. Vivono tra ballate che catturano la scena, perle slow-bluesy come Sunshine con l’armonica a farla da padrona come il blues ripiegato sulle emozioni di Hey Now Jack, tutte melodie dotate sempre di un barlume di originalità che fanno da collante, e in più giocano la carta Muddy Waters in chiusura con la bella versione di Can't Be Satisfied. Parole e musica dei Porterdavis che avvincono l’ascoltatore e lo seducono, non male per un esordio!


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