giovedì 1 dicembre 2011

SXSW 2011: Lincoln DURHAM & Gurf MORLIX (Blaze Foley Tribute)

Threadgill's South, Austin (TX)


Lincoln Durham, un folgorante Ep, 4 brani voce armonica e chitarra. Roventi groove di un dirty blues sporco e bagnato dal delta mississippi, questo il biglietto da visita del giovane texano.
Talento grezzo sponsorizzato dalla leggenda Ray Wylie Hubbard che dopo una lunga gestazione è oramai prossimo a pubblicare l'atteso disco di debutto, uscita prevista nel Gennaio del 2012.
Titolo curioso: The Shovel vs. The Howling Bones che lo stesso Durham spiega:“It is the story of building dreams and tearing down those dreams all in the same moment. I am both the shovel and the howling bones.
Burying while at the same time howling and contesting my own burial. It is my existence.”


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Gurf Morlix è un chitarrista session man texano, ha un tocco classico, da texano purosangue. Ha esordito come solista con un disco che sta in mezzo a vari stili. Blues e country, rock e ballata d'autore, si cimenta con i generi musicali che lo accompagnano da una vita.
Nativo di Buffalo, NY, è più conosciuto come producer che songwriter di onesti album come Catamount, Toad Of Titicaca e Fishin' In The Muddy più country/bluesy dell'honky tonk arrivato con Cut n' Shoot, una parentesi prima di tornare alle ballate polverose, a quel classico sound country rock texano con Diamonds To Dust che ha una coda notevole a quello che può essere considerato il secondo volume, Last Exit to Happyland impreziosito dalla sua vibrante e incantevole chitarra che indica la strada allo swampy paludoso fra le città del Mississippi prima di celebrare l'amico Blaze Foley's 113th Wet Dream, lo splendido tributo al poeta, icona del folk texano in 15 rivisitazioni a rappresentare i due volti di Foley, umano e demoniaco.
‘Love songs & ballads’ il mondo su cui rifletteva Foley, un mondo di solitari, perdenti.


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giovedì 3 novembre 2011

Rodeo Austin 2011: Ryan BEAVER

Star of Texas Fair & Rodeo
Rockin' A Stage

Nato e cresciuto a Emory, Texas, Ryan Beaver lo prendono a cuore Lloyd Maines e David Grissom per l'esordio di Under The Neons, grintoso rock fedele al vangelo del Lonestar State che aggiunge la fisa all’elettrico. Ha grinta da vendere anche se a volte è sintonizzato sulle frequenze radiofoniche,  ma la musica di Under the Neons è in continuo mutamento, esposto a strade e derive, possibili e contrarie ma la stoffa di Ryan Beaver è una certezza continuando a mantenere due strati nella sua musica anche in Constant. Uno capace di carezzare l’ascoltatore con dolci ballate di stampo americana e un altro capace di graffiare col rock. Constant ruota su concetti semplici, descritti dallo stesso Ryan: "Our lives are always changing and evolving, but some things remain constant. My faith, family, friends, and passion for music never change and they make me who I am." Brani leggeri, radio-friendly ma è la semplicità, la forza della sua musica.


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venerdì 30 settembre 2011

Rodeo Austin 2011: EMORY QUINN

Star of Texas Fair & Rodeo
Rockin' A Stage

Gli Emory Quinn sono Nathan Emory Rigney e Clint Quinn Bracher due ragazzi conosciutisi nell'autunno del 2002 al campus universitario della Texas A&M, entrambi con una discreta cultura musicale e molto versatili per esperienze in diverse band. Debutto nel 2006 con il piacevole Letting Go, una collezione di grooving songs, difficile classificarle semplicemente country, rock o americana. Sono tutto allo stesso tempo, un suono fresco e una versalità  che portano anche in Road Company e anzi migliorano ancor più il suono collezionando una miscela tra canzoni d'amore e riff splendidi registrato in quel di San Antonio, gli Emory Quinn non si adeguano alle aspettative del pubblico e registrano alla mitica Gruene Hall in quel di New Braunfels un signor Live at Gruene Hall occasioni ideale per stilettare l'ascoltatore con il loro amore per la jam e ad una strumentazione ricca e variegata in un luogo pieno di fascino dove tutte le energie sono assorbite dall'atmosfera che si respira in quel caratteristico luogo a un'oretta di macchina dalla città  di Austin, dove il rapporto con il pubblico è l'anima del disco,  e l'immaginario consumistico diventa superfluo, conta solo la musica tra quelle secolari panche di legno dove gli Emory Quinn lasciano ricordi di una magica serata conquistando meritamente gloria e articoli di giornali. La texas band di San Antonio si conferma anche col quarto disco See You at The Next Light,  non perdonano la pigrizia dell'ascoltatore medio-country e riescono ancora una volta a restare trasversali, elusivi quando sono impegnati in un vagabondaggio che è volto a rompere la simmetria di un mondo che si vorrebbe costruito a somiglianza del quadrante di un orologio.


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martedì 30 agosto 2011

SXSW/RODEO 2011: DARDEN SMITH - KYLE PARK

Olivia South Austin

Darden Smith, singer & songwriter cresciuto in quel di Austin, TX, ha iniziato a costruirsi una reputazione quando nel 1986 debuttò con un lavoro indipendente e tre di quelle canzoni furono ri-registrate per Native Soil del 1988; il singolo Little Maggie scalò le country charts in fretta e furia. Cantautore che sa come mischiare l'immediatezza del rock con l'intimità del folk ed i dischi come Little victories ed il precedente Trouble no more offrono melodie interiori, una scrittura lucida ed una serie di performances molto piacevoli confermate con Sunflower e sempre raffinate ed avvolgenti. Circo è un altro disco di impegno e passione nelle profondità e le vicende della vita, il meno texano dei cantautori del Lone Star State a sentire anche Field of Crows, fino all'ottimo Marathon dove Darden Smith si ferma ad osservare il paesaggio di strade sterrate e le highways che si perdono all’orizzonte dove ogni tanto compaiono piccoli Hotel contagiati dalla malinconia che li circonda dove Smith dischiude un utile capitale metaforico, il dolce fantasticare di un passeggiatore solitario assorbito dal tempo.


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Star of Texas Fair & Rodeo
Rockin' A Stage

Kyle Park è un countryman di Austin alla ribalta del mercato discografico texano con Anywhere in Texas seguito nell'ultimo anno da 2 ep - Spring  e Fall - lo stile è melodico mainstream ma quando racconta storie di cowboy e paesaggi bucolici a due passi dalla città, riesce ad infilarci delle gagliarde e chitarristiche anomalie texas-country che ben si adagiano nel suo stile radiofonico. Kyle ha studiato violino in tenera età, trascorsa nelle vallate della California ma ad Austin e la scoperta della telecaster hanno fatto il resto e tra  cuori spezzati e ballatone acustiche, gli piace duettare alla chitarra con Karl Schwoch l'unico in grado di contaminare il country dolciastro di Kyle Park fin dagli esordi di un  quartetto che nel dicembre del 2006 si esibiva al mitico Broken Spoke aprendo i concerti degli Asleep at the Wheel, mentre per il resto della settimana le apparizioni al college erano la fucina per temprare un honky tonk commerciale ma genuino.



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venerdì 29 luglio 2011

Rodeo Austin 2011: WILLIE STRADLIN

Star of Texas Fair & Rodeo
Rockin' A Stage

I Willie Stradlin sono insieme dal 2005 e sono grosso modo come lo strambo combo che ha generato il loro nome: da Willie Nelson prendono l’essenza del country, il modo di scrivere canzoni leggere ma non ripetitive e da Izzy Stradlin dei Guns and Roses la febbre per le chitarre. Le influenze più marcate arrivano comunque dalla scena frizzante e rumorosa dell’Oklahoma e portano con loro l’anima sbarazzina di quella terra, basta notare i loro gruppi favoriti che vanno dai Cross Canadian Ragweed ai Reckless Kelly e Stoney LaRue e hanno diviso i palco con i No Justice, Johnny Cooper e la Randy Rogers Band. La band è composta da Heath Molton voce, chitarra, Jim Ward al basso, Andrew Holland alla batteria e Jimmy Stengel, voce e lead guitar, Willie Stradlin -il disco d'esordio, prodotto da Mike McClure-, non ha nessuna titubanza e mostra una discreta sfacciataggine, lo stesso dicasi per il seguente 1000 Miles Away. ‘Whiskey Bottle, smokey bars…’ cantano nella notte della ruvida Killing Me, dentro al piacevole flusso adrenalico della strada, del rischio e dell’avventura, c’è tutta la poetica ‘fuorilegge’ della band dell’Arkansas e 1000 Miles Away rappresenta la natura dei Willie Stradlin che tende con efficacia a sdoppiarsi fra nobili sentimenti e le pulsioni della strada.




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venerdì 1 luglio 2011

Mud Duck Benefit Day/SXSW 2011: Push Water Band & Stonehoney


Billy's Ice House 
New Braunfels

Strafottente ma sincero quintetto (“We all piss off of our porches in Leon County Texas. We are Definitely, Country”) a cui piace rappresentare quel mondo provinciale dove non si nascondono le pistole, dove nessuno ha fatto i soldi e si gira di continuo sulla interstate a tirar mattina tra bevute, paesaggi, donne e ancora alcohol. Whiskey Burn è un EP di 6 canzoni con uno stile semplice, ‘texas guitars, life & roots’ (e vien sempre voglia di dire evviva) dove Jesse Duke e Daniel York scrivono e duettano al microfono, scanzonati e sicuri quando le chitarre corrono, scavato e riflessivo quando durante il tragitto si fermano per contemplare il panorama. 

 


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Maria's Taco Xpress
Austin 

Ritornano le armonie vocali anni 70’ tanto care a CSN&Y con questo quartetto di singer-songwriters e strumentisti di Austin (Shawn Davis, Phil Hurley, David Phenicie e Nick Randolph), a sfondare le barriere dell’individualismo ci pensano il rock, country music, americana e il sound della California dove tutto è iniziato, “We’d just hang out and play music,” dice Randolph. “It was such a great, carefree time. We weren’t thinking about our careers; we were just enjoying the music and each other’s company.” Per focalizzarsi sul progetto Stonehoney si sono spostati ad Austin, una città che permette a chi sa suonare e scrivere buona musica, di trovare in brevissimo tempo la giusta ribalta: “People weren’t interested in whether we were hunky; they just wanted to know if we could play and if our songs were any good. It felt like we’d come home”. Ecco il perché dell’incisione live dei 14 brani in solo 4 giorni con un materiale originale che ne contava almeno una quarantina, tutto d’un fiato perché lo spirito del progetto è nato solo nel momento che i quattro musicisti si sono ritrovati al Music Road’s Cedar Creek Reconding Studio, cercando di restare fedeli alle atmosfere di incisioni celebri entrate nella leggenda: “That’s how The Beatles and The Band made their records, and it’s how all the classic jazz records were made, with a group of guys in a room looking at each other and playing together. And if it was good enough for those guys...”. The Cedar Creek Sessions, un compromesso onorevole con le regole del mercato discografico senza dover abdicare alle proprie ambizioni autoriali.


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venerdì 3 giugno 2011

Luckenbach, Tx: Walt Wilkins, Kevin Welch & Jason Eady


Luckenbach
Fredericksburg 

Walt Wilkins, una voce calda, dolce e levigata, ma intensa e penetrante, capace di esprimere emozioni intense e di arrivare al profondo. Texano autentico, cresciuto tra Austin, San Antonio, ha suonato per anni la chitarra solista in bands d'altri cantautori prima di iniziare ad esprimersi per proprio conto. Da Bull Creek souvenir ('94) un gioiello semplice, lineare, senza fronzoli di pura ed asciutta musica texana all'ultima  parentesi rock insieme con i Mystiqueros. Nel frattempo produce l'esordio di Jason Eady, singer/songwriterche che suscita molto interesse con From Underneath the Old del 2005 confermato con Wild Eyed Serenade altra  boccata di ossigeno nel panorama country texano, virando al blues nell'ottimo When The Money’s All Gone. 11 brani di folk, gospel e delta blues, voce e poesia al ritorno al country del prossimo cd prodotto da Kevin Welch, altro gran songwriter, troppo intelligente, diverso e personale per essere catalogato semplicemente come artista country, spazia con disinvoltura tra sonorità folk e rock impreziosite da sonorità country elettro-acustiche di notevole efficacia espressiva e di un gusto decisamente superiore a produzioni analoghe. Beneath my wheels fino alla parentesi d'oro con Fats Kaplin e Kieran Kane tornando al disco solista con l'ultimo A Patch of Blue Sky un disco capace di bruciare come il ghiaccio e di riappropriarsi di quella leggerezza che da sempre appartiene a Kevin Welch.




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lunedì 2 maggio 2011

SXSW 2011: Ponderosa & Tim Easton

Maria's Taco Xpress


Il vento del classic rock anni ’70 soffia impetuoso da Atlanta con i  Ponderosa. Il  singer / guitarist Kalen Nash, le tastiere di John Dance e l’altra chitarra di Kris Sampson flirtano di continuo con il sound degli Stones, dei ‘Corvi’ o The Band e così via (fate voi), tanto che con la sferzante accoppiata che apre Moonlight Revival sembra di avere tra le mani uno dei loro b-sides o outtakes, ma allo stesso tempo, un modo veloce per specchiarsi in un’epoca, quella tra gli anni ’60 e i ’70, per scoprire che nulla è mutato. È sempre lo stesso, sfrenato e irrefrenabile amore per il rock n’ roll, quello di sempre.  Ma se da una parte c'è l’abilità rara di rivalutare un suono classico in questi tempi moderni, dall'altra sale un tipico sound da studio, troppo ovattato dove i Ponderosa sembrano fin troppo legati. Ma Moonlight Revival cattura e coinvolge e lascia addosso indelebili i suoi segni. E showcase come questo, aiutano a farsene un'idea!




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Tim Easton ha esordito come solista con The Truth About Us,  una piacevolissima sorpresa, un disco ottimamente costruito che tradiva fonti d'ispirazione alla John Prine.  Ha permesso di ripescare  Special 20, del '98 seguito da Break your mother's heart che non fa altro che confermare il talento di Tim: un cantautore dall'animo gentile, autore di una serie di brani delicati e semi-acustici, in bilico tra il country rock, il folk, le storie alla Townes Van Zandt ed il pop di Elvis Costello. Ma con Ammunition azzera ogni velleità "modernista", resta la semplicità disarmante di alcune folk song, raramente arricchite da un suono full band, bozzetti e accenni che sovente sono stati costruiti basandosi sull'unico contributo dello stesso Easton. Ammunition è un diario di bordo, un po' sfilacciato ma sincero, nulla a confronto di Porcupine, la vista della chitarra che imbraccia in copertina, la sua Gibson, rende l'idea di un disco gagliardo, di stampo rock-bluesy-roots col fascino tipico stradaiolo. L’amore per la strada, più allettante e insidiosa di un viaggio.



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domenica 3 aprile 2011

Rodeo Austin 2011: Mike Kelly


Star of  Texas Fair &  Rodeo
Rockin' A Stage

Vive ad Austin questo giovane songwriter al debutto discografico con Wake The Dead, un  misto di new country e americana tra Texas ed Oklahoma.  Ha dalla sua belle melodie e una scrittura discreta per uno che arriva dalla scena punk-rock della West Coast dove suonava con i Point of Recognition -ma c'e ne sono diverse di bands. L'aver conosciuto la musica di Billy Joe Shaver e Townes Van Zandt l'hanno aiutato a trasferirsi a Lubbock per iniziare una nuova carriera da solista. Nella vicina Tulsa la prima band e il primo Ep, Come Back To Tulsa ma anche problemi fisici che hanno seriamente minato il suo futuro, ma la risposta l'ha trovata sempre nella musica, incidendo Wake The Dead, un disco non sempre omogeneo ma dove si intravede la scuola texana.

 



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martedì 1 marzo 2011

SXSW 2010: Kasey Anderson & Troy Campbell


Threadgill's World Headquarters

Kasey Anderson è originario di Bellingham, Washington, Anderson è un tipico prodotto della scena di provincia americana. Onesto rocker, cantautore di buon profilo,  ha esordito nel 2004 con l'album Dead Rose, Kasey ha molteplici influenze, che vanno da Tom Waits a Steve Earle, non è country, anche se usa sonorità roots, e la sua musica è essenzialmente rock. D'autore. Se Dead Roses era interessante, il successivo The Reckoning conferma la poliedricità dell'autore tra storie semplici, fatte di tristezza e gioia nel suo oramai ‘classico’ americana/folk, con Nowhere Nights giura ancora fedeltà alla ballata elettrica, la sua voce non abbandona quel senso di tranquillità che aveva lasciato il segno nei suoi precedenti lavori, e con Nowhere Nights, è ancora capace di restituire in musica le emozioni che porta con sé.



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Opal Divine's Penn Field

Troy Campbell. leader dei Loose Diamonds,  è un songwriter di tutto rispetto, anche come vocalist è piuttosto bravo grazie alla sua timbrica voce baritonale. Bell'esordio con Man Vs. Beast , un po' più dimessa l'aria di American Breakdown ma non riduce le qualità delle canzoni, a un disco bello, interessante, piacevole e onesto al terzo episodio, Long in the Sun. Sempre prodotto dall'apprezzato chitarrista Gurf Morlix, come il precedente, è una pacifica raccolta di country rock e ballate dai profumi roots desertici che mettono in evidenza le fonti di ispirazione dell'autore: la canzone d'autore texana di Townes Van Zandt e Ray Wylie Hubbard, il rock effervescente di Tom Petty in alcuni limpidi passaggi chitarristici  e la tradizione folk alla Woodie Guthrie.


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martedì 1 febbraio 2011

SXSW 2010: Tom GILLAM & Drew KENNEDY

 Uncorked Tasting
Room & Wine


Tom Gillam, rocker del New Jersey, è un musicista coi fiocchi, con Never Look Back non inventa nulla di nuovo, si ispira al classico rock a stelle e strisce anni 70 ma ripropone quel suono con una freschezza ed un'inventiva non comuni. Sa come si scrive una rock song di peso, ha il senso della melodia e, last but not least, è uno slide guitarist di prima categoria. Poi il Texas dove nasce il suo primo disco dal vivo, Play loud…Dig deep, live somewhere in America, sano rock con i fedeli Tractor Pull, le canzoni del suo recente passato, la chitarra di Craig Simon e i soldi che rigirano nei suoi testi. Il Texas lo ha rinvigorito sebbene in Had Enough regni la ballata tra rock, elettro-acustico e il pop il disco è godibile e starsene nel Lone Star State gioverà sia alla salute che alla voglia di far musica.


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Drew Kennedy ha iniziato a girovagare dal 2000 con la chitarra regalatagli dal nonno e questo lungo peregrinare lo ha portato 7 anni dopo in Texas, oramai divenuta la sua terra dove ha inciso Dollar Theatre Movie  e segue il suo esordio del 2003 auto-prodotto Hillbilly Pilgrim. Poi un sentito omaggio alla strada, una colonna sonora stavolta dalla parte di chi la vive quotidianamente e non di chi è ha portata di stereo, mischia le carti dei generi (country, americana e folk-roots) in An Audio Guide to Cross Country Travel: da Ovest a Est, da Nord a Sud, il motto è quello alla cash ‘Life is on the Road’.

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