mercoledì 1 dicembre 2010

SXSW 2010: Elliot Randall and The Deadman

Threadgill's World Headquarters
(20 Marzo - Austin, Tx)

Sarà anche abituato ai cieli di San Francisco, ma Elliot Randall è cresciuto in Carolina ed ama la vita di campagna anche perché come aggiunge lui stesso: “My dad was a Country songwriter, so I guess it’s in my blood”, allora non stupirà la scelta di Caffeine & Gasoline -secondo disco, Take The Fall, l’esordio del 2007- di addentrarsi maggiormente nell’alt.country a cui anche i The Deadman si sono ambientati in fretta facilitati dalla supervisione alla produzione di David Simon-Baker che ha lavorato tra l’altro con Jackie Greene. Salite a bordo del loro bus e via di corsa da un luogo all’altro, lasciando alle spalle quella sensazione di non aver nulla da ricordare se non un’ultima occhiata allo specchietto, agli smokey barrooms e alle donne che popolano quadretti femminili molto suggestivi. Elliot Randall è capace di scrivere ballatone profonde ed emozionanti ma anche di improvvise e fiammanti digressioni chitarristiche. La capacità di Elliot Randall è quella di partire da situazioni ordinarie per farle poi deflagrare, facendo emergere emozioni nascoste sotto la superficie di un malinconico Alt. Country, dove ballate e rock si confondono e si competrano allo stesso modo di Caffeine & Gasoline.


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

lunedì 1 novembre 2010

SXSW 2010: Uncle Lucius

Uncorked Tasting Room & Wine
(17 Marzo - Austin, Tx)

Debutto alle spalle indipendente e rozzo, Something They Ain’t nel 2006, cambio alla line-up, nuovo batterista Josh Greco, ma continuano ad essere coerenti con la loro musica e rischiano tutto pur di non rinnegare i principi in cui credono: rock, country, roots ma anche soul, sezione fiati innaffiato da tanto whiskey e malinconia on the road, come quella di una domenica mattina in cerca di nuova vita e luoghi diversi ben miscelati nella splendida rock-ballad iniziale della title-track con una indiavolata coda finale che apre il loro secondo disco Pick Your Head Up. Agli Uncle Lucius piace rigirare di continuo tra diversi generi, il loro punto di forza. Non proprio una texan band doc, ma gli Uncle Lucius dimostrano di essere un gruppo solido e di talento perchè possiedono la dote importante di saper scrivere belle canzoni.


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

venerdì 1 ottobre 2010

SXSW 2010: Will T. Massey

Opal Divine's Penn Field
(21 Marzo - Austin, Tx)

Will T. Massey, texano, di razza, cresciuto in un mondo antico, sublime e poetico, ha carte in regola per trafiggervi il cuore, una voce disperatamente consolatoria. Will T. Massey esordio folgorante da un rocker erede della tradizione di stampo folk alla Springsteen. Poi un buco nero dentro il quale Will T. Massey si è eclissato per venti lunghi anni, una promessa non mantenuta. Una discesa agli inferi tornando ad incidere un disco elettrico full band con Letters in the Wind ma costretto ad adattare il songwriting alla voce oggi fragile e impacciata, scegliendo un taglio più romantico da folksinger. Comunque sia, il tempo non ha scalfito la forza di quelle canzoni, ed è quello che conta!


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

mercoledì 1 settembre 2010

Rodeo Austin 2010: Sam Sliva and The Good


Rodeo Austin - Outdoor Stage
(18 Marzo - Austin, Tx)

Voce impostata da roots-rocker quando la ballata è densa di malinconia, piglio stradaiolo quando i The Good ‘& friends’ entrano in gioco con una buona dose di riff che arrivano direttamente dalla capitale texana, un trio capitanato da Sam Sliva -cantante di Bay City- che negli ultimi sei anni ha suonato un po’ per tutti i big della scena country-roots spostandosi in lungo e in largo per il Lone Star State finquando non ha intravisto negli studi di Willie Nelson le sue speranze in musica e in quel di Austin ha inciso il disco di esordio, See You Around. Il trio ha iniziato a credere nei propri mezzi dopo aver terminato il college e man mano che si addentravano nelle tradizione del Texas -sia fisicamente, che musicalmente- il rock giovanile si è andato a sposare con il suono roots, ai racconti di provincia immersi nelle chitarre, tanto da poter definire See You Around un onesto viaggio tra red dirt e texan songs battezzate dalle radio locali molto velocemente, di quelle che vanno a braccetto con il whiskey e la strada, fumose al punto giusto come una parte delle tradizioni country insegnano.


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

lunedì 2 agosto 2010

Gruene Hall 2010: Rodney Hayden & Owen Temple

Gruene Hall
(23 Marzo - New Braunfels, Tx)

Rodney Hayden, giovane promessa che si è fatto notare dalla critica grazie all'esordio del 2002, The Real Thing: il titolo ironizzava sull'autentico spirito della country music in contrapposizione con le produzioni made in Nashville, avendo come fonti di ispirazione mostri sacri quali Merle Haggard e George Jones. Ma la sua musica cercava nuovi orizzonti, si è avvicinato a terre lontane da Nashville e sempre più marchiate di Texas, polverose e sognatrici verso i confini del Messico. La riprova è stata Down the Road,sempre sotto la di Robert Earl Keen. Dischi genuini come 12 Ounce World fino all'ultimo Tavern of Poets, Rodney Hayden accede ad una felicità narrativa davvero convincente, realizzando uno dei suoi dischi più belli ed efficaci.

Owen Temple, è la punta di diamante del cantautorato country-roots texano, il più personale ed il più innovativo, da General Store a Passing Through con la produzione di Lloyd Maines. Scrive con piglio sicuro, ha una bella voce e le sue canzoni sono arrangiate con semplicità e con intelligenza. Right Here and Now è un altro buon disco, il centro motore è Phil Madeira, arrangiatore raffinato e cesellatore di suoni, che non ha mutato radicalmente il suono di Temple ma gli ha dato input rock maggiore, con un ottimo risultato nel successivo Two Thousand Miles fino all'ultimo Dollars and Dimes dove il folk-rock diventa essenziale come la malinconia con cui racconta le storie di uomini in preda a uno smarrimento esistenziale che se non si può vincere almeno si può condividere.

This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

domenica 11 luglio 2010

SXSW 2010: DeSoto Rust

Uncorked Tasting Room & Wine
(17 Marzo - Austin, Tx)


Anche in quel di Philadelphia si respira un pizzico di Texas, i Desoto Rust erano affezionati al sound dell’East Coast ma al terzo disco hanno deciso decidono di immergersi nell’american roots music, inserendo mandolini e chitarre acustiche e rendondo le undici tracce di Highway Gothic così genuine da profumare di primavera. Si corre sulle interstate della provincia rurale, basta ascoltare l’iniziale All Riders...All Nighters dove Ray Hunter con la birra in mano canta “…six dollar pitchers and back door pleasures…” in un crescendo di ritmo e sarcasmo, e dopo un paio di minuti rimpiangerete di non averne una, di birra, al vostro fianco! Splendido il trascinante roots-rock di San Angelo che la defunta Mandatory FM di Stephenville piazzava di continuo nelle sue scalette (era una delle migliori radio texane, davvero un peccato!!) così tra ‘truckers’ e strade interrate, Northern Road e Dirt Track Mile, whiskey e solide chitarre, il dischetto gira fiero nel lettore cd. Nell’avvenente mandolino di David Otwell nella ballata di Six Appeals c’è tutta la volontà dei Desoto Rust di abitare lungo una linea di confine, dove Texas e Roots non si con-fondono ma cozzano tra loro in una nuova energia, la ridente Open Road, e dove tuttavia si rivela sempre la ‘cucitura’, l’intima appartenenza reciproca di stili, rock e strada, a segnare livelli musicali in apparenza differenti ma perfettamente calati nel nuovo tragitto dei Desoto Rust. Una bella finestra aperta sulla Texas Music, non c’è dubbio!

This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

giovedì 3 giugno 2010

Rodeo Austin 2010: Brett Crenshaw

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(22 Marzo - Austin, Tx)

Molto amico di Rich O’Toole ma sebbene cerchino di seguire la stessa rotta - quel filone rockettaro infarcito di country - Brett Crenshaw e la sua band sono molto più amichevoli con il mainstream laccato ma qualcosa i ragazzi fanno intravedere con carisma e canzoni di un certo spessore. Another Late Night è in perfetta sintonia con molti ragazzi della loro età e della loro amata terra, una volta terminata l’università hanno preso chitarra e penna per iniziare a cantare, ma la strada è turtuosa e bisogna lasciare qualcosa durante il tragitto sperando di tornare a riprenderselo. Nella famiglia di Brett se ne respirava di musica fin da piccoli, il nonno suonava il violino a Bay City quando la texas music era anch'essa in fasce, e lui molti anni dopo lo ricorda nelle sue canzoni e nella strumentazione e seppur con diversi cambi in corsa alla line-up, l’arrivo del bassista Brian Kirkpatrick ha assestato il passo ed hanno iniziato a carburare. Another Late Night, album di debutto, è balzato all’attenzione del circuito radiofonico sulla scia delle schitarrate del singolo Tryin’ To Keep Up, un alternanza di vigore elettrico e brani country di stampo classico mettono comunque in mostra le capacità di scrittura di Brett Crenshaw che di strada da percorrere ne ha ancora parecchia, ma la materia prima su cui lavorare non manca, dipende solo da lui.



This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

lunedì 3 maggio 2010

SXSW 2010: Ray Wylie Hubbard

Threadgill's
(18 Marzo - Austin, Tx)


Il texano Ray Wylie Hubbard non è solo un country singer, ma anche un cantautore più complesso, vicino al folk, al blues ed a certe linee melodiche tipicamente dylaniane. La sua discografia, abbastanza lunga, sopratutto dilatata nel tempo, ha alti e bassi, ma ci ha regalato alcuni dischi di pregio. Ray ha esordito nel '71 con l'autogestito Three Faces West, poi ha firmato per la Warner per la quale ha inciso, nel '75, Ray Wylie Hubbard and the Cowboy Twinkies. Il disco ha avuto una discreta eco e la canzone Up Against The Wall..., resa celebre da Jerry Jeff Walker, ha fatto il resto. Ha inciso poi per la Lone Star di Willie Nelson nel '78, Off The Wall, quindi Something About The Night per la Renegade nel 1980, dove era accompagnato dalla Lost Gonzo Band. Ha fondato la sua etichetta, Mysery Loves Company, per cui ha inciso saltuariamente. Il live Caught in the Act, '84, Lost Train of Thought, '92, il celebrato Loco Gringo's Lament, '94, quindi ha firmato per la Philo, per la quale ha registrato l'interessante Dangerous Spirits, '97, seguito da Live at Cibolo Creek County Club. Hubbard dimostra di essere più di uno storyteller, nel senso classico del termine: la sua musica fonde country e folk, blues e canzone d'autore. Crusades of the Restless Knight ad
Eternal and lowdown sorta di consacrazione, un definitivo riconoscimento, per una delle più fervide e creative menti della scena texana con la sua spettacolosa cornice di suoni, rock oriented pregne di superbe sonorità slide andando con Growl ad esplorare con maggiore convinzione i suoi blues. Delirium Tremolos, a discapito del titolo, è un altro bel disco, intenso e compiuto, mischia in modo egregio rock e radici, ballate, blues e musica d'autore. Snake Farm è la continuazione: l'album parte da dove Delirium Tremolos si era fermato, sviluppandone però soltanto il lato oscuro e tenebroso. Undici brani tra rock, blues e voodoo all'ultimo capolavoro di A. Enlightenment, B. Endarkenment (Hint: There Is No C).

This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

venerdì 5 marzo 2010

SXSW 2009: Porterdavis

Opal Divines Freehouse
(18 Marzo - Austin, Tx)


Un trio molto interessante formato dal chitarrista Daniel Barrett, l’armonica di Simon Wallace e le percussioni di Mike Meadows direttamente da un incrocio di Boston, il punto di partenza della loro avventura, lì su un palco molto particolare, l’incrocio tra Porter Square e Davis Square, luoghi cardine delle prime ‘freddolose’ esibizioni. Si sono spostati poi al caldo di Austin nel 2004 dove i Porterdavis sono ufficialmente nati tra un blues strascicato imparentato col delta del mississippi ma anche ballate folk e R&B, con la benedizione di Ray Wylie Hubbard e sotto la supervisione dell’esperto Gurf Morlix (suona anche il basso e canta in Take the Fall –l’altro ospite è Eliza Gilkyson nella bellezza acustica di Carter’s Tune) dieci canzoni di rootsy-blues music, tra alti e bassi non certo nella qualità, ma nel passaggio tra momenti di bellezza, gioia e momenti introspettivi, di calma e riflessione. Un paio di succolenti groove da Smack You Back alla splendida lentezza di Janie, ambedue hanno il sapore di un blues che trasferito nella tranquilla civiltà texana vive spensierato, ma continuando a curarsi di come e dove vanno i sentimenti. Non c’è bisogno di stare a parlare di purezza e di autenticità, quando suonano i Porterdavis non si pongono il problema. Vivono tra ballate che catturano la scena, perle slow-bluesy come Sunshine con l’armonica a farla da padrona come il blues ripiegato sulle emozioni di Hey Now Jack, tutte melodie dotate sempre di un barlume di originalità che fanno da collante, e in più giocano la carta Muddy Waters in chiusura con la bella versione di Can't Be Satisfied. Parole e musica dei Porterdavis che avvincono l’ascoltatore e lo seducono, non male per un esordio!


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

venerdì 19 febbraio 2010

Rodeo Austin 2009: Bill Rice Band

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(16 Marzo - Austin, Tx)


Cuore da countrymen e anche se i sogni sono quelli da texano stradaiolo, resta fedele ai suoi mentori ma sembra imparare in fretta su come destreggiarsi nel mercato del Lone Star State, lui è Bill Rice songwriter nato e cresciuto in Oklahoma, a Stillwater ha preso la country music e se l'è trascinata fino ad Oklahoma City dove si è reso conto che per dare un vero senso alla sua passione bisognava trascorrere un periodo a Nashville. Cinque anni di studio che restano nella sua musica comunque utili per smussare i suoi desideri prima di decidere di far tappa verso Austin e provincia in cerca di un suono che desse maggior respiro alle sue liriche. Nel 2000 la prima country band, la stessa che poi nel 2007 ha confezionato l'esordio di I’do Do It All Again, country vicino a Nashville quando si mettono in piazza i sentimenti ma le chitarre, i violini spiritati, una bella voce e qualche comparsata di vecchi amici, come Walt Wilkins non fanno che impreziosire I’do It All Again lasciando una manciata di canzoni gagliarde specialmente quando la Bill Rice Band lascia entrare le influenze texane, ma per adesso anche senza strafare procede nella giusta direzione ed è quanto basta per dare un'ascolto al suo disco.


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


Chris Knight Tribute

This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

giovedì 4 febbraio 2010

SXSW 2005: Thad Cockrell & Caitlin Cary

Jovita's
(17 Marzo - Austin, Tx)

La storia di due vecchi amici, vicini di casa nel North Carolina, accomunati da un'esperienza musicale simile, che trascorrono i pomeriggi della domenica a suonare insieme e a scrivere canzoni. Da questo sodalizio nasce un intero album di duetti tra due artisti Begonias, portando a termine il progetto con quella solida base di frizzante entusiasmo che ben si riflette nella struttura delle canzoni. Il nome di Caitlin Cary figura tra i membri originari dei Whiskeytown, una delle band che hanno segnato il passo del movimento No Depression tra la metà e la fine degli anni Novanta, quella corrente Alternative che ha portato nuova originalità e freschezza alle acque stagnanti del country di quel periodo. Dopo lo scioglimento del gruppo la Cary, ottima violinista, si lancia nel progetto Tres Chicas e realizza due album da solista, While you weren't looking e I'm staying out, quest'ultimo uscito nel 2003. Thad Cockrell è invece un country singer di ottimo valore; la sua ispirazione deve moltissimo alla grande tradizione del genere e si è fatto notare grazie all'esordio Stack of Dreams dove tra i tanti contributi di musicisti spiccava proprio Caitlin Cary, con l'ideale di riportare la country music verso quelle tematiche di nostalgia e sofferenza che ne hanno segnato la sua evoluzione nel periodo di massimo splendore come testimoniava il secondo disco Warmth & Beauty. Sound limpido, country-rock cristallino che occhieggia ai classici del passato senza dimenticare la rivoluzione alternative-country, quel suono pulito, quel sapore di altri tempi, in brani ben strutturati ed eseguiti con eleganza.


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

sabato 16 gennaio 2010

Rodeo Austin 2009: Kyle Bennett Band

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(17 Marzo - Austin, Tx)

Da Forth Worth due cuori e una bottiglia di Whiskey per la Kyle Bennett Band, tra viaggi spensierati nella provincia texana a base di sano e vigoroso roots-rock e con parecchie storie di raccontare. Musica che sembra stata scritta in un solo weekend, in un ritaglio di tempo, di quelli in cui l’ispirazione è talmente ben disposta che è in grado di regalarti quello che stai cercando. Kyle Bennett Band è un un roots-rock di quelli che lasciano il segno. Un disco spensierato insomma, di quelli che hanno parecchie piacevoli sorprese, lo stile è quello delle tante band giovanili che si possono trovare in giro nei locali della provincia texana, una certa predilezione agli intro elettro-acustici che a Kyle piacciono parecchio, ha una bella voce e poi preparano il campo ai fendenti della slide. Grey Sunrise allarga invece gli orizzonti che non comprende solo Texas Music, ma rock e commerciale, una coabitazione a stretto contatto che non li risparmia dal facile hit radiofonico -e in qualche circostanza inciampano- ma il texan roots li tiene a galla quando può! Grey Sunsise è fatto di episodi, trame costellate di massime passioni che quando diventano nervose, con scatti bruschi e parole forti, sanno riportare in superficie la freschezza e la schiettezza del disco d’esordio anche se le ambizioni sono cambiate. La Kyle Bennett band è soltanto a metà del guado, e lì deve decidere da che parte stare se credere con i piedi sulla sponda giusta o saltare nel fiume del maistream.


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced

lunedì 4 gennaio 2010

Rodeo Austin 2006: Stoney LaRue

Rodeo Austin - Outdoor Stage
(20 Marzo - Austin, Tx)

Stoney LaRue fa parte di quella particolare scena musicale dell'Oklahoma che negli ultimi anni ci ha proposto degli eccellenti musicisti denominata 'Red Dirt Movement'. Originario di Taft, nel Texas meridionale esordisce con un pregevole disco intitolato Downtown, il risultato della sua profonda maturazione iniziata all'età di dodici anni quando mosse i primi passi nel mondo della musica. Red Dirt Album, che dal titolo potrebbe venire anche identificato come manifesto di questo movimento, sempre meno underground e sempre più palpabile, ha forza ed idee e, fatto più importante, una manciata di canzoni solide. Registrato ad Holland è classico Texas rock, filtrato con country e robuste dosi di radici. Live At Billy Bob's Texas si rivolge soprattutto agli appassionati ortodossi, ai maniaci del country, a chi conosce e apprezza la storia di un locale (appunto il Billy Bob's di Forth Worth, Tx., piccolo eppure leggendario honkytonk bar con tanto di ristorante, centro commerciale in miniatura, sale riunioni, pub e casinò) che degli album registrati nei propri spazi ha ormai fatto una piccola tradizione. Stoney LaRue è un un autore di valore e questi tre dischi sono un bliglietto da visita di tutto rispetto ed una ulteriore conferma della validità della Red Dirt Music.


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced


This text will be replaced