venerdì 29 luglio 2011

Rodeo Austin 2011: WILLIE STRADLIN

Star of Texas Fair & Rodeo
Rockin' A Stage

I Willie Stradlin sono insieme dal 2005 e sono grosso modo come lo strambo combo che ha generato il loro nome: da Willie Nelson prendono l’essenza del country, il modo di scrivere canzoni leggere ma non ripetitive e da Izzy Stradlin dei Guns and Roses la febbre per le chitarre. Le influenze più marcate arrivano comunque dalla scena frizzante e rumorosa dell’Oklahoma e portano con loro l’anima sbarazzina di quella terra, basta notare i loro gruppi favoriti che vanno dai Cross Canadian Ragweed ai Reckless Kelly e Stoney LaRue e hanno diviso i palco con i No Justice, Johnny Cooper e la Randy Rogers Band. La band è composta da Heath Molton voce, chitarra, Jim Ward al basso, Andrew Holland alla batteria e Jimmy Stengel, voce e lead guitar, Willie Stradlin -il disco d'esordio, prodotto da Mike McClure-, non ha nessuna titubanza e mostra una discreta sfacciataggine, lo stesso dicasi per il seguente 1000 Miles Away. ‘Whiskey Bottle, smokey bars…’ cantano nella notte della ruvida Killing Me, dentro al piacevole flusso adrenalico della strada, del rischio e dell’avventura, c’è tutta la poetica ‘fuorilegge’ della band dell’Arkansas e 1000 Miles Away rappresenta la natura dei Willie Stradlin che tende con efficacia a sdoppiarsi fra nobili sentimenti e le pulsioni della strada.




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venerdì 1 luglio 2011

Mud Duck Benefit Day/SXSW 2011: Push Water Band & Stonehoney


Billy's Ice House 
New Braunfels

Strafottente ma sincero quintetto (“We all piss off of our porches in Leon County Texas. We are Definitely, Country”) a cui piace rappresentare quel mondo provinciale dove non si nascondono le pistole, dove nessuno ha fatto i soldi e si gira di continuo sulla interstate a tirar mattina tra bevute, paesaggi, donne e ancora alcohol. Whiskey Burn è un EP di 6 canzoni con uno stile semplice, ‘texas guitars, life & roots’ (e vien sempre voglia di dire evviva) dove Jesse Duke e Daniel York scrivono e duettano al microfono, scanzonati e sicuri quando le chitarre corrono, scavato e riflessivo quando durante il tragitto si fermano per contemplare il panorama. 

 


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Maria's Taco Xpress
Austin 

Ritornano le armonie vocali anni 70’ tanto care a CSN&Y con questo quartetto di singer-songwriters e strumentisti di Austin (Shawn Davis, Phil Hurley, David Phenicie e Nick Randolph), a sfondare le barriere dell’individualismo ci pensano il rock, country music, americana e il sound della California dove tutto è iniziato, “We’d just hang out and play music,” dice Randolph. “It was such a great, carefree time. We weren’t thinking about our careers; we were just enjoying the music and each other’s company.” Per focalizzarsi sul progetto Stonehoney si sono spostati ad Austin, una città che permette a chi sa suonare e scrivere buona musica, di trovare in brevissimo tempo la giusta ribalta: “People weren’t interested in whether we were hunky; they just wanted to know if we could play and if our songs were any good. It felt like we’d come home”. Ecco il perché dell’incisione live dei 14 brani in solo 4 giorni con un materiale originale che ne contava almeno una quarantina, tutto d’un fiato perché lo spirito del progetto è nato solo nel momento che i quattro musicisti si sono ritrovati al Music Road’s Cedar Creek Reconding Studio, cercando di restare fedeli alle atmosfere di incisioni celebri entrate nella leggenda: “That’s how The Beatles and The Band made their records, and it’s how all the classic jazz records were made, with a group of guys in a room looking at each other and playing together. And if it was good enough for those guys...”. The Cedar Creek Sessions, un compromesso onorevole con le regole del mercato discografico senza dover abdicare alle proprie ambizioni autoriali.


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